Sembra strano come incipit, ma non lo è.
Cosa ci spinge a prendere un cane? Le risposte possono essere tantissime, ma poche di esse davvero ponderate. Non è che siamo qui a fare la morale a nessuno, ma è innegabile che le nostre azioni avranno effetti non solo su di noi, ma anche su altre persone e, soprattutto, sul cane (ma il discorso vale anche per gli altri animali d’affezione).
Per non dilungarmi oltre in considerazioni, alcune delle quali anche di qualche valore, passo subito a degli esempi vissuti personalmente.
Non vedo, non sento, non parlo
Una famigliola (mamma, papà, bimbo di 4-5 anni) venne in canile a cercare un cucciolo: dopo le parole spese, le raccomandazioni fatte, le ipotesi distruttive addotte dalla sottoscritta (in qualità di volontaria) per cercare di preparare questi nuovi adottanti al futuro che li attendeva… mi rendo conto che sono tutti distratti dai cuccioli che guardavamo in quel momento. La fotografia era la seguente: padre entusiasta come un fanciullo, bambino poco o nulla interessato, madre educatamente presente in corpo. Alla mia fatidica domanda: “Cosa pensate di fare, considerate di prenderne uno?”, la risposta è stata: “Certamente!” (detto dal papà). Nel frattempo la mamma, alle sue spalle, mi faceva segno di no con il dito e il bambino continuava a pensare ai casi suoi.
Risultato: accompagnati gentilmente alla porta con il suggerimento di parlarne bene fra di loro, concordando e condividendo veramente la scelta.
Il pianto dei coccodrilli
Un po’ di anni fa, venni contattata, tramite conoscenti, da una famiglia con una bimba di 7/8 anni e un altro in arrivo. Il motivo del mio coinvolgimento era che avevano una deliziosa bouledogue francese di 3 anni che doveva essere ricollocata perché (testuali parole della proprietaria) “Il cane sbava e poi il bambino gattonerà e si sporcherà”.
La sistemazione di un cane così, socievole e buono, non era un problema, mi stupivano le scuse che erano state addotte per liberarsene. Quando arrivai con i fogli della cessione per portarla via, trovai fiumi di lacrime da parte di tutti, quasi come se io fossi la Triste Mietitrice che passava a reclamare il suo compenso.
Rimasi un secondo interdetta, chiedendomi se fosse a causa mia tutta quella disperazione, poi mi ricordai che mi avevano chiamata loro.
Oltre al cane, l’unica a farmi davvero pena era la bambina, alla quale veniva tolto il cane a causa dell’arrivo del fratello. I due genitori, inconsapevoli perché privi di mezzi mentali sufficienti a comprendere la crudeltà e la cattiveria fatta alla figlia, piangevano delle inspiegabili lacrime. In mezzo a questa tragedia finta come la plastica delle labbra a canotto, mi limitai a far firmare i documenti e a prendere il cane.
Sipario.
Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli (cit. Alfieri)
Ultimo aneddoto per questo articolo, ma potrei continuare ad attingere da una sfilza infinita. Telefonata in seguito ad annuncio per l’adozione di alcuni cuccioli: all’altro capo del filo (ormai immaginario visto che abbiamo i cellulari, ma io ho una certa età) un giovanotto che aveva preso casa, un appartamento per la precisione, con la fidanzata ed entrambi stavano fuori di casa 12 h senza mai rientrare. Data la partenza, risposi che non solo un cucciolo, ma nessun cane avrebbe potuto tollerare tutte quelle ore di solitudine, non fosse altro che per i bisogni fisiologici.
La risposta che mi diede fu disarmante: “Ma io lo voglio!”.
Respiro…
… conto fino a 23…
… e poi spiego a questa creatura capricciosa che l'”Erba Voglio” non esiste neanche nel giardino del Re e che anche io volevo una piscina ma non potevo permettermela.
Grazie per aver chiamato.
Cosa si può dedurre da questi aneddoti? Provo a fare un elenco:
- non prendere un cane se tutta la famiglia, in primis chi ha il carico delle pulizie, non è d’accordo
- non prendere un cane se non hai una rete di persone intorno che possono darti una mano per vacanze, caviglie slogate, covid (pure questo ci tocca, ahimé!)…
- non prendere un cane per il suo aspetto esteriore o perché era il simpatico protagonista di un film di Natale
- non cadere nella trappola del “Lo voglio cucciolo perché lo cresco come dico io” perché anche la madre di Pablo Escobar sperava di tirare su un bravo ragazzo.
Come hai ragione. E vale anche per i gatti. La Rosy che è qui vicino confer.a appassionatamente!!!! E aggiunge di fare tante fusa in esclusiva per Roberta