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Non si nasce imparati (pt. 2)

Quando ho portato a casa Milo ero davvero piena di buoni propositi. Insieme avremmo superato le sue difficoltà ed abbracciati e sorridenti saremmo corsi verso l’infinito ed oltre… Non è andata proprio così.


Nel 2006 faceva parte della mia famiglia anche Asia, incrocio collie con lunghi capelli fluenti e ben idratati, a cui piaceva molto l’ordine, la pulizia e la raffinatezza. Inutile dire che l’entrata di Milo nella nostra vita non fu troppo apprezzata da lei…
Asia da subito non gli aveva dato confidenza, lo osservava come si osservano degli strani insetti che improvvisamente ti ritrovi nella dispensa dedicata alla farina ed alla pasta. Aveva sempre un atteggiamento di composto disprezzo e sono sicura che si chiedesse continuamente cosa mi fosse passato per la testa per compiere una simile scelleratezza.
Avevo cercato di far conoscere i miei cani fuori dal canile prima di portare a casa Milo, ma Asia è sempre stata distaccata, molto più preoccupata di non sporcarsi rispetto al fatto che ci fosse un altro cane presente. Secondo me pensava che stessimo facendo volontariato con i derelitti e basta… sicuramente non ce ne saremmo portati uno a casa… e invece…
Dovuta premessa: anche Asia arrivava dal canile, adottata da cucciola, è sempre stata una cagnolina molto posata, non aveva bisogno del guinzaglio mai, ci capivamo con uno sguardo ed eravamo sempre insieme. Se non fosse per la sua postura in quadrupedia, sarebbe stata la cheerleader della situazione.
Per me Asia è stata figlia, sorella, amica, collega (sì perché veniva a lavorare con me) e anche mamma, perché lei mi ha insegnato tante cose riguardo alla mia vita.
Tornando alla convivenza, Asia ha accolto Milo in quel pomeriggio partito con il botto in canile, con un entusiasmo pari a zero. Si è limitata ad osservare quell’individuo che saltava giù dall’auto e cominciava a correre per il giardino in preda ad una eccitazione fuori dal normale. Per lei era come osservare una partita di tennis, era seduta e seguiva i movimenti di Milo solo con la testa.


Milo dal canto suo sembrava impazzito… si stava sicuramente chiedendo dove fosse, ma essendo lui un ottimista, sono sicura che i suoi pensieri non fossero angoscianti, ma edulcorati da sensazioni positive… una cosa tipo: “Oh ma che bello e pulito questo giardino!! …ma chissà dove sono e se ci resto…l’importante è non salire più in macchina…ma che carino questo albero aspetta che ci faccio un po’ di pipì….ma chissà se entro in casa che succede…o valà che pietra fighissima questa aspetta che la faccio rotolare un pochino…”
Mentre mi chiedevo come avrei fatto a far calmare ‘sto cane, Milo individuò un secchio pieno di acqua ed ammoniaca utilizzato la mattina dello stesso giorno per lavare il portico fuori.
“ACQUAAAAAAAA!!” senza indugio cominciò a berla a boccate. A quel punto c’ero io che cercavo di tirargli fuori la testa dal secchio per evitare di finire in clinica da subito ed Asia che girava sui tacchi ed entrava in casa.

Sono sicura di averle sentito dire: “…te lo avevo detto…”.

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