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Le 5 tipologie di proprietari

Dopo tanti anni capita ancora di sentire questi luoghi comuni, triti e ritriti, che sono chiaramente sbagliati, ma, inspiegabilmente, vengono tramandati oralmente di padre in figlio, di zia in cugina, di nonno in nipote.

N. 1 – Il classico: “Lo prendo piccolo così me lo cresco io“.

Purtroppo i canili sono pieni di ex cuccioli che sono stati adottati da persone piene di buone intenzioni e nient’altro. Prima era tutto un gridolino e un gioco, gente che squittiva che manco Cip e Ciop, poi il cucciolo è stato cresciuto (male) e ha iniziato a dare i soliti problemi (gestione delle risorse, non fa sedere nessuno sul divano, ringhia quando ha i suoi giochi in bocca e altre piacevolezze del genere), fino al patatrac: morso o pinzata (e anche qui si dovrebbe fare un discorso, ma lo facciamo un’altra volta) e ciaone bel cucciolone, soprattutto se si tratta di una taglia medio grossa.

Post Scriptum: il medico in genere non prescrive di prendere un cane…

N. 2 – Il capo tribù: “Devo potergli togliere la ciotola mentre mangia”.

Ora. Detto tra noi. Se io sto mangiando la mia pizza/pastasciutta/impepata di cozze preferita e ho una gran fame e qualcuno (anche un congiunto strettissimo di primo grado) gioca a sfilarmi di sotto il piatto, la prima volta abbozzo un sorrisetto che significa “smettila subito”, alla seconda la mia forchetta si troverà piantata sull’incauta mano. Per quale motivo il cane dovrebbe sopportare questo atteggiamento? E poi, che cosa andiamo a provare?

Il cane sa benissimo che dipende completamente da voi per l’alimentazione, in qualità e quantità (e non solo per quello se vive in appartamento). Però ha il sacrosanto diritto di mangiare in pace, soprattutto nel caso di cani particolarmente voraci che già normalmente si ingozzano, figuriamoci se si sentono pressati. Il cane deve mangiare con calma per evitare rigurgiti o, peggio ancora, pericolose torsioni gastriche, quindi il pasto deve essere un momento tranquillo. Se manifesta una spiccata possessività sulla ciotola (cosa piuttosto frequente), affidatevi a qualcuno che vi insegni a gestire le risorse (cibo, spazio e attenzioni) e non a soluzioni “faidate” o su consiglio del panettiere o del tabaccaio, perché il rischio è che facciate qualche cavolata (come sfilare la ciotola al cane mentre mangia) e finiate al pronto soccorso con una mano gonfia come un cotechino.

N.3 – Il fiducioso nella vita: “Il mio è bravo!”

Siete a passeggio con il vostro Godzilla di kg 9. D’un tratto un puntino si stacca dalla linea dell’orizzonte e viene verso di voi. Nella manciata di secondi che vi separa dall’impatto finale, realizzate che trattasi di un bestione bavoso tra i 35 e 40 kg. Udite una voce lontana che dice “Il mio è bravooo, vuole solo giocareee”. Il povero Godzillino viene travolto da Beniamino – “che è bravooooo” – e viene malmenato più o meno violentemente fino a che l’insulso padrone (anche agli occhi di Beniamino, che non se lo fila di pezza) arriva allarmato dalle vostre grida di terrore (circa 30 -35 minuti dopo).

Se non avete provveduto ad uccidere il frescone, è solo perché avete perso 25 anni di vita, dopo aver cercato di impiccare Godzillino nel tentativo di sottrarlo agli approcci di Beniamino, portandolo in trionfo come la Coppa dei Campioni.

N. 4 – L’uomo del Monte: “Io ha avuto cani tutta la vita…”

… e quindi li conosco bene, in fondo un cane è un cane“.

E, in fondo in fondo, costui è un ingenuo. Non riconoscere la peculiarità di ogni singolo soggetto, unico e irripetibile come noi, non è davvero accettabile e i consigli che si sente di elargire, anche non richiesti, sono delle chicche che rientrano sicuramente in questo elenco. Uno fra tutti, che circola anche nell’ambiente felino, è che le femmine devono almeno avere un gravidanza. Nessuno vuole dire che Madre Natura abbia sbagliato nel concepire la riproduzione nei cani, però dobbiamo calarci nella realtà e prendere in considerazione due fattori molto importanti, anzi tre:

1) la sterilizzazione a tempo debito, alla fine del primo calore, eviterà, oltre che spiacevoli gravidanze anche future spiacevolissime piometre;

2) i cuccioli generati, che saranno meticci (anche se padre e madre sono due pastori tedeschi comprati, senza un pedigree di un allevatore con affisso ENCI non abbiamo dei soggetti “di razza”, facciamocene una ragione), in che mani finiranno? Sappiamo bene che un cane vive in media 14 anni, e il rischio è che entrino anche loro nel loop belcucciolino-canecattivo in soli 8 mesi, oppure che vengano detenuti malamente o peggio.

3) ci sono già tanti disperati in cerca di una casa, facciamoci bastare quelli.

Quindi, quando qualcuno esordisce con un “Ho sempre avuto rottweiler blablabla…”, buttatevi per terra e fingetevi morti come le capre.

N. 5 – Paris Hilton: “Il declino della civiltà occidentale”

Last but not least, abbiamo l’accessorio modaiolo, pratico e portatile, corredato da borsetta a tracolla da urlo. La stessa definizione di “toy” per indicare un gruppo di razze di cani che non superano i 5 kg da adulti, è aberrante, perché intrinsecamente porta già il significato di come vengono considerati questi cani: poco più che dei giocattoli. Riempirli di strass e bacetti non li rende felici. Il cane viene umanizzato nelle sue necessità e gli vengono attribuiti desideri del tutto folli, e si ha una gestione che, tra profumi, cappottini e borse, insinua un maltrattamento molto subdolo che impedisce al cane di essere ciò che è, e di poter annusare un palo in santa pace. Non dare regole sensate, pretendere che usi la traversina per i bisogni, non toccare mai il suolo, vedere la toelettatrice una volta alla settimana, non rende un cane felice. Se si ha questo desiderio di cambiare cappottini e giocare, la cara vecchia Barbie saprà ancora darvi delle emozioni intense.

Se vi riconoscete in uno di questi profili, non tutto è perduto. Impegnatevi a conoscere quel tizio con il tartufo umido per l’individuo che è, non ne rimarrete delusi.

Se invece non vi ritrovate in questo elenco, tranquilli, presto ne arriverà un altro!

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