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Proprietari e cani: aspettative VS realtà

Abbiamo deciso di adottare un cane, lo abbiamo scelto accuratamente. Ci siamo documentati su quale razza è più adatta alla nostra vita, abbiamo scelto se prendere un maschietto o una femminuccia, siamo andati a comprare una cuccia, due ciotole colorate, pettorina, guinzaglio, collare, medaglietta ed una soffice cuccia, crocchette scelte di manzo di kobe e cereali ancestrali pressate a freddo e con glitter di sfoglie d’oro…tutto per accogliere il nostro nuovo amico nel miglior modo possibile.
Quando siamo andati a prendere il nostro cuccioletto eravamo così eccitati di cominciare la nostra vita insieme. Immaginavamo lunghe passeggiate nei boschi, corse in riva al mare, code scodinzolanti quando arriviamo a casa e notti abbracciati a dormire insieme.
A volte va davvero così. Ma nella maggior parte dei casi non tutto fila liscio e quindi bisogna trovare delle strade che ci portino al risultato che abbiamo sempre sognato.
È qui che entra in gioco il professionista del settore ed è qui che ci scontriamo con una realtà che non ci aspettiamo.
Se abbiamo problemi con l’auto, andiamo dal meccanico, lasciamo il mezzo e dopo qualche ora o giorno il problema è risolto. Stessa cosa con i nostri figli, ci avvaliamo di asilo, scuole, maestre, babysitter, animatori, campi estivi, invernali, di inglese etc…
Con i cani è un tantino più complicato. Sì, perché parliamo due lingue diverse, quindi nonostante l’aiuto di professionisti il lavoro più grande è della famiglia che accoglie il cane.
Ma invece ci sono alcuni proprietari che immaginano che la figura dell’educatore sia in grado di opere straordinarie.
“Buongiorno, lei è l’ammaestratore di cani?”.
“Buongiorno a lei, si beh, il corso di laurea non aveva quel titolo, ma si sono io”.
“Allora: io dovrei portarle il mio pastore tedesco maschio di otto mesi che tira al guinzaglio, mi distrugge la casa e quando lo libero non torna al richiamo. Io lo porterei domani pomeriggio, poi quando posso passare a riprenderlo?”
“… guardi, nonostante io abbia molta esperienza, purtroppo non sono ancora Gesù, quindi mi dispiace, ma bisogna lavorare sul vostro rapporto”.
Si perché, anche se non pare possibile, il percorso con il cane è una delle esperienze che ci mette più in discussione, perché questi piccoli (o grandi) esserini fanno emergere le nostre debolezze e fanno crollare le corazze e le convinzioni che ci portiamo dietro da tutta la vita. Ho visto tante persone che hanno davvero fatto dei progressi incredibili, che si sono impegnate tantissimo per raggiungere la serenità. Ma la cosa più importante da capire alla fine di un percorso di cura della relazione è che l’idillio da favola che un inesperto sogna non è nulla rispetto al rapporto unico ed inimitabile che nasce solo dalla reciproca comprensione ed accettazione. Solo in questo modo il nostro cane diventa il compagno di vita unico ed insostituibile, con i suoi pregi, i suoi difetti e soprattutto i suoi limiti. Esattamente come noi.

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