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Chi siamo

Dott.ssa Roberta Dazzeo

Mi chiamo Roberta Dazzeo, ho 47 anni e faccio la maestra nella Scuola dell’Infanzia. Mi piace un sacco lavorare con i bambini perché sono modellabili come creta ed è bellissimo vederli crescere anche grazie alle esperienze e alle conoscenze apprese a scuola. Con i bambini si impara sicuramente a rispettare i loro tempi, ad essere chiari e il più possibile semplici nelle spiegazioni e a spezzettare in tanti passaggi un’azione per fargliela capire meglio. Fanno ovviamente allenare il muscolo della pazienza, sono alla ricerca di un punto di riferimento al di fuori della famiglia e lo riconoscono nella maestra che li accompagna nella loro prima vera esperienza di vita sociale. Spesso tutto questo non viene percepito dall’esterno, ma all’interno delle nostre classi ci sono giornate piene di risate, discorsi strampalati e affetto. La scuola dell’Infanzia è il primo luogo dove si scoprono le regole della vita sociale, dove ci si confronta fra pari e dove si prende coscienza dell’esistenza di altri bambini.

L’altra mia grande passione sono gli animali, da sempre. 

Ho sempre preso cani dal canile o variamente disgraziati, io e il mio compagno abitavamo a Torino ma ci siamo  spostati in provincia per amore di due cani meravigliosi, Ricky e Red. Ho fatto per tanti anni volontariato in canile, spinta dalla errata convinzione che a quei poveri cani chiusi nel box servisse una passeggiata settimanale e quindi ho passato innumerevoli sabati in loro compagnia, insieme a tanti altri volontari con la mia stessa convinzione. Un bel giorno, ho guardato al fondo del guinzaglio e ho capito che c’era un individuo, ben definito, che forse non aveva in cima alla lista delle sue priorità una passeggiata frettolosa verso la discarica comunale con vista sul campo rom, ma magari aveva bisogno (oltre che di un appello per cercare casa) di un momento dedicato soltanto a lui/lei, non necessariamente fuori dal box.

Così iniziai a cercare un corso che mi desse degli strumenti in più per comprendere meglio il mondo dei cani, che però doveva rispettare una condizione: non mi piace la violenza e siccome non ho mai alzato le mani su nessuno, non volevo che fossero altri (pagati da me) a insegnarmi a interagire in maniera coercitiva. Nei primi anni 2000 si iniziava a sentire parlare di educazione gentile e clicker training. 

Ecco finalmente quello che faceva al caso mio.

Ho frequentato da allora tanti corsi, tenuti da altrettanti docenti che avevano in comune tutti una cosa: una formazione esperienziale ed empirica più o meno decennale, che, se anche corretta nella sostanza, non aveva alcuna base scientifica che spiegasse il motivo di determinate catene di comportamenti e di reazioni. Tutti gli attestati conseguiti, che di sicuro rappresentano un mattoncino nella mia formazione, sono stati rilasciati da persone che non avevano alcun titolo di studio specifico per ciò che andavano ad insegnare. Per forma mentis, ho sempre cercato di prendere tutto ciò che di buono potevo trovare da qualsiasi contesto, però geometri/avvocati/assicuratori che si improvvisano formatori in ambito cinofilo ce ne sono davvero un po’ troppi. Così, passati ancora un po’ di anni e ampliando comunque il mio bagaglio culturale, sono approdata al Tacrec di Pisa. Si tratta di un percorso universitario triennale il cui acronimo significa Tecniche di allevamento del cane di razza e educazione cinofila. Ho concluso gli studi a settembre 2021, con una tesi dal titolo “Il cane disabile: un parallelo tra la classificazione del funzionamento umano (ICF) applicato al cane e l’elaborazione di un piano educativo individualizzato”. Devo dire che è stato un percorso difficile, cercando di conciliare famiglia, figli, lavoro e la lontananza da Pisa che non mi ha permesso di poter seguire le lezioni. Però, con l’insostituibile appoggio della mia collega e amica Sabrina Zanzone, abbiamo superato tutte le difficoltà e le levatacce per prendere il treno delle 5.39 e siamo qui. Pronte per ricominciare a studiare, imparare e lavorare bene e con cognizione di causa con i cani.

Dott.ssa Sabrina Zanzone

Sono Sabrina Zanzone.
Diciamo che i cani sono sempre stati protagonisti nella mia vita, nel bene e nel male. Sì, perché da piccola ne ero letteralmente terrorizzata.
Dai tre ai quattro anni ho vissuto a casa di mia nonna, a seguito di un trasferimento lavorativo di mia mamma. Tornavamo a Torino da mio papà solo nel weekend.
La casa in cui vivevamo era una villetta in periferia di Alessandria, circondata ovviamente da altre villette. Ognuna di queste case aveva un cane al suo interno, ma come in ogni paese che si rispetti
c’era anche il cane “non si sa di chi” che viaggiava da solo e faceva il giro dei vari alimentari chiedendo il dovuto pasto gratis. Ecco “Lui” era il mio terrore. Tal Poldo se non ricordo male. La mia povera nonna appena si avvicinava questo individuo era costretta a subirsi urla e strepiti, mi prendeva in braccio e a malincuore cercava di far allontanare Poldo brandendo un giornale arrotolato. Non posso pensare a cosa provasse dato che mia nonna era una grande amante dei cani.
Crescendo la paura si è trasformata in una vera e propria ossessione. I cani mi piacevano, anzi avevo cominciato dai tempi delle elementari ad assillare i miei genitori perché assolutamente dovevo averne uno con me. Tanto che ho iniziato ad avere un barboncino immaginario, Lucky, a cui servivo i pasti e facevo fare lunghe passeggiate. Con il senno di poi, non so come i miei genitori non si siano rivolti a qualcuno di esperto.
Ma contro ogni aspettativa sono cresciuta sana di mente e finalmente raggiunti i quattordici anni arriva Teo, Yorkshire Terrier, con cui abbiamo fatto tutti gli errori comportamentali possibili.
Giunta all’età della ragione e finalmente fuori casa, sono andata in canile e ho adottato Asia, presto diventata la mia metà, l’altra parte del mio cuore, con cui mi sono avvicinata al mondo della cinofilia.
Ho iniziato a fare corsi in protezione civile. Mi è sempre piaciuto comunicare con Asia, parlavamo lingue diverse è vero, ma, ci capivamo alla perfezione, avevamo trovato la strada giusta.
Ho iniziato quindi a fare la volontaria nei canili. L’ho fatto per tanti anni e contemporaneamente, ho iniziato a frequentare corsi privati ed ho ottenuto diversi attestati.
Nel frattempo, ho sempre lavorato, quindi il mio tempo libero era tutto impiegato in canile con i miei nuovi amici.
Da queste esperienze sono arrivati a vivere con me Milo, Martino e la Sig.ra Fletcher, tutti salvati da brutte situazioni.
Avevo capito che quella era la mia strada.
Sentivo quindi la necessità di dare più professionalità e scientificità al mio lavoro. Avevo conseguito vari titoli con corsi privati, ma per me non erano abbastanza.
Dopo varie ricerche ho trovato il percorso universitario che faceva al caso mio: “Tecniche di allevamento del cane di razza ed educazione cinofila”, presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria
dell’Università di Pisa. L’università era il mio cruccio da sempre, con una laurea in psicologia non portata a termine.
Grazie al cielo ho incontrato Roberta, compagna di sventure e di glorie ma soprattutto amica fedele che mi ha accompagnato in questo percorso condividendo gioie e dolori.
Mi sono laureata (ovviamente lo stesso giorno di Roberta) con una tesi dal titolo: “La perdita delle finestre di apprendimento nel cane: gestione delle problematiche presentate e trattamento tramite
la tecnica del clicker training.”
Dopo tanti sacrifici penso di avere ben chiara la mia linea di lavoro. Non voglio creare piccoli automi, ma il mio scopo è quello di riconnettere i cani alle loro famiglie in modo da risolvere le problematiche che impediscono di godere della reciproca compagnia.
Voglio questo perché tutti si meritano quello che ho vissuto e vivo io con Asia, Milo, la Sig.ra Fletcher e Martino.

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